«L'acqua del Gran Sasso, elemento di riscossa del nostro territorio»

TERAMO – Il bene comune dell’acqua ha mosso tante coscienze a sua difesa e fatto scendere in campo anche alciune forze politiche, per difenderla dalla privatizzazione. Al di là del concetto politico, c’è il dovere di difenderne il prezioso significato di alimento indispensabile. Ancor più per i teramani che hanno in quella del Gran Sasso un inestimabile bene comune. Su quanto sia importante e quanto l’acqua del Gran Sasso possa costituire al tempo stesso anche un valore del territorio, un’identità della provincia, interviene Gianluca Pomante, l’avvocato candidato alla elezione a sindaco di Teramo nella coalizione dei movimenti civici teramani. Riceviamo e pubblichiamo il suo intervento. 

«L’acqua è un bene prezioso, elemento fondamentale dell’organismo, indispensabile alla vita Si può resistere anche per giorni senza mangiare ma non è possibile rinunciare a bere per più di trentasei ore senza arrecare gravi pregiudizi al proprio stato di salute.
Il Gran Sasso fornisce alla collettività teramana migliaia di litri di acqua potabile e di ottima qualità ogni giorno, grazie alle condutture che, dalle sorgenti, la portano direttamente nelle case. Si tratta di un’acqua limpida, inodore, con caratteristiche migliori di molte acque minerali vendute imbottigliate, eppure non viene apprezzata.
L’acqua potabile che sgorga dai rubinetti delle abitazioni viene controllata più volte al giorno e deve rispettare limiti sanitari ben superiori a quelli delle acque in bottiglia. In sostanza, è un’acqua migliore, più sicura.
Non deve essere trasportata dagli impianti di imbottigliamento ai negozi e dai negozi a casa (con consistenti benefici per il traffico, per i consumi e per l’inquinamento), costa molto meno di quella in bottiglia ed evita l’utilizzo dei contenitori di plastica, che devono essere anch’essi prodotti, trasportati e successivamente riciclati, con enorme spreco di risorse energetiche. Tutti costi che si riversano sul consumatore, su ciascuno di noi.
L’acqua del rubinetto non resta in bottiglia per mesi, magari sotto il sole, nei piazzali della grande distribuzione o in autostrada. Al massimo trascorre qualche ora nelle tubature e in frigorifero.
L’installazione di impianti di refrigerazione, filtraggio e aggiunta di anidride carbonica in prossimità delle fontane di acqua pubblica (c.d. casette dell’acqua) consente di utilizzare l’acqua potabile delle condutture per la produzione, a chilometri zero e senza spreco di risorse naturali ed energetiche, di acqua microfiltrata liscia e gassata, ad un prezzo pari o inferiore ai 5 centesimi al litro. Diverse aziende della provincia hanno investito nelle casette dell’acqua, per cui ogni installazione produrrebbe ricchezza locale, senza generare flussi di denaro verso altre regioni / nazioni, come avviene, invece, ogni volta che acquistiamo acqua in bottiglia. 
Consumare la nostra acqua è quindi importante per la salute, per l’economia locale, per l’ambiente. Comporta notevoli risparmi di costi ed energie. 
Riponetela in frigo, per non sprecarla ed averla sempre fresca. Recuperatela con delle bacinelle quando fate la barba o semplicemente sciacquate le mani, per utilizzarla nello scarico dei bagni e limitare, per quanto possibile, l’uso di acqua potabile. Chiedetela al ristorante e al bar, specificando che volete quella del rubinetto. Se il cameriere resta perplesso, spiegategliene il motivo. Siate protagonisti della riscossa del nostro territorio. Il cambiamento inizia da ognuno di noi».
Avvocato Gianluca Pomante